Dopo più di un anno dalla formazione delle prime classi del laboratorio di Nuova Animazione Sardegna, iniziano a vedersi primi frutti con un nuovo corto interessante relativo alle leggende della Sardegna.
"S'Ammutadori" è un corto animato di una decina di minuti prodotto da Flora's Room, piccolo studio d'animazione di Oristano. Il progetto è nato dall'idea della fondatrice dello studio Francesca Floris, sviluppata inizialmente durante il suo periodo di formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, durante il quale ha lavorato in diverse produzioni cinematografiche italiane. In seguito, durante il suo master in Antropologia Visiva all'Università di Siena ha lavorato nel campo dell'animazione e degli effetti speciali: Mission Impossible 7 di Paramount Pictures, 44 Gatti di Rainbow e L'Amica geniale 2 e The New Pope per HBO). Attualmente è disponibile un breve trailer sul canale YouTube di Flora’s Room che con il suo abile montaggio ci da un assaggio dell’estetica e atmosfera del cortometraggio animato.
L'11 maggio la pagina Facebook di Flora’s Room ha annunciato la conclusione della produzione del cortometraggio, con una deliziosa foto raffigurante Francesca Floris e la figura de S’Ammutadori in posa per l’occasione. Sembra proprio il momento ideale per parlare di questo progetto!
Il cortometraggio ha come protagoniste due ragazze che mentre stanno dormendo vengono prese di mira da S’Ammutadori, il demone del sonno, e devono affrontare l’origine delle loro paure più profonde per sopraffare la creatura e vincere la lotta.
S’Ammutadori è una figura presente nelle leggende sarde da tempi antichi, si specula che la sua comparsa risalga al 241 a.C., dopo la discesa dei Romani in Sardegna in seguito alla sconfitta dei Cartaginesi, e conseguentemente la figura sarebbe una derivazione dalla figura romana dell’Incubo. Tuttavia testimonianze di una creatura che agisce durante il sonno opprimendo le persone, solitamente sedendosi sul torace, esistono ancora prima di questa data, pertanto l'origine non è certa.
S’Ammutadori agisce sulle persone addormentate, togliendo il respiro con il suo peso, portando la vittima a svegliarsi. Diverse testimonianze riportano di aver avuto visioni spaventose una volta svegli, descrivendo la creatura nei modi più disparati, perciò non ha un aspetto specifico perché pare prendere la forma di ciò che ti terrorizza in particolare. Questa leggenda può aver avuto origine per dare un senso al fenomeno della paralisi del sonno (paralisi ipnagogica): la mente è sveglia ma il corpo è già in stato dormiente, si resta coscienti senza però riuscire a muoversi, causando talvolta allucinazioni dovute alla scarsità di ossigeno.
Nel cortometraggio, le due protagoniste dovranno affrontare S’Ammutadori in questo limbo tra sonno e veglia. La storia è tratta da un capitolo del racconto “L’ultimo amore di Las” scritto da Francesca Floris nel 2018. “L’ultimo amore di Las” è nato come una mostra che usa come filo conduttore una storia di dieci capitoli sull’amore tra due giovani donne in un universo dagli aspetti fantastici. Ogni capitolo ha un’illustrazione dedicata, accompagnata da una citazione del capitolo, seguita da una fotografia abbinata. Nel 2019 è stato pubblicato da Officina Libraria un libro sulla mostra sperimentale, contenente osservazioni e riflessioni, ma soprattutto tutte le illustrazioni, fotografie e il racconto integrale. Questa è la trama in breve tratta dal libro:
L’ultimo amore di Las racconta in prima persona la storia di una ragazza e dei suoi due desideri: quello di vivere liberamente la propria passione e di conquistare la donna dei suoi sogni. Las vive in un universo ucronico, su un pianeta chiamato Terra del Vero, dove l’anima è definita con il nome di Corpo Sacro e ha una sua propria anatomia, che viene curata con gli stessi criteri con cui viene medicato il fisico. Las vorrebbe diventare un’artigiana di Cicatrici d’Oro (l’equivalente delle protesi per il Corpo Fisico) ma non riesce a portare fino in fondo questa sua passione perché condizionata da un trauma vissuto nella sua infanzia, che non le permette di avere la predisposizione psicologica giusta a praticare un tale mestiere. Questo evento ha avuto un forte impatto anche sulla sua vita sentimentale, e sul modo in cui Las si avvicina alle persone che desidera conoscere.
L’animazione 3D permette anche di avere l’abilità di muovere la telecamera in tempo reale nello spazio, cambiando facilmente l’angolo delle inquadrature e la lunghezza focale delle lenti virtuali. Permette anche di giocare con le luci in tempo reale e cambiare le luci molto rapidamente. Pertanto sblocca un approccio molto cinematografico con un nuovo potenziale.Tuttavia l'approccio dell'animazione 2D lascia molto più spazio alla creatività, al design e allo stile, rendendo possibile adottare nuove estetiche distinte e caratteristiche. In “Q” perciò abbiamo combinato i due mondi per sfruttare il massimo potenziale di entrambi. Abbiamo creato una catena di lavoro e implementato alcune tecniche per ottenere la flessibilità del 3D, l'espressività del 2D e unirle in un nuovo linguaggio visivo.
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